sabato 25 gennaio 2014

Pillole di vita altrui

Spesso mi ritrovo a riflettere su come oggi sia diventato sempre più difficile esprimere per davvero se stessi e di quanto, invece, sia facile fingere di essere ciò che non si è.
Pensate a quante persone ogni giorno pubblicano citazioni e aforismi sui social-network, come status personale o in risposta a stati personali di altre persone.
Quanto tempo sprecato a caricare sul web pensieri altrui, a simboleggiare la nostra vita in pillole di facile consumo.
Schopenhauer, Oscar Wilde, Bukowski i più gettonati. E chi più ne ha più ne metta. Siamo diventati tutti grandi filosofi e grandi letterati con questo FB! Poi, magari, la maggior parte delle persone non sanno neppure da dove vengono fuori le citazioni che sbandierano in questo mondo virtuale.
Spesso mi capita di vedere dediche stratosferiche fra fidanzatini, in un botta e risposta ridicolo di citazioni e aforismi di ogni sorta. E mi chiedo cosa ci sia di bello a parlare con le parole di un altro. Non dico ogni tanto (ogni tanto, infatti, a chiunque capita di rispecchiarsi in una frase celebre, per carità). Ma sempre... E mi chiedo cosa ci sia di bello nel nutrirsi continuamente con queste pillole di saggezza.
Pillole di vita altrui.
Quanto sarebbe più genuino cercare le parole dentro se stessi. Oppure, almeno qualche volta, stare zitti.


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