mercoledì 28 agosto 2013

La cicatrice

Marco si guardò allo specchio e vide con precisione la cicatrice lasciata da quell'incidente di due anni prima. La sfiorò con le dita e gli venne una stretta allo stomaco nel ricordare come se l'era procurata. Era stato per Giulia.
Giulia, la ragazza che pensava gli sarebbe stata accanto per tutta la vita. Quella che gli aveva promesso momenti indimenticabili e un futuro insieme. Giulia dalle belle parole, tante parole, troppe parole. Era per lei che quel giorno aveva preso quella botta.
Non poteva credere che Giulia non lo amasse più. "Non sono più sicura di amarti" gli aveva detto.
Ma che cazzo vuol dire? Non sei sicura? Mi ami o non mi ami?
Marco non capiva. Non poteva credere che tutti i suoi sogni si fossero sgretolati in un soffio.
Giù da casa di Giulia, Marco aspettava che lei uscisse per andare a lavoro. Aveva un mazzo di rose rosse. Le avrebbe parlato, l'avrebbe baciata. Non poteva aver cancellato di botto il loro amore.
Lui che per lei aveva perfino cambiato città, abbandonando Roma, in cui viveva da trentadue anni. E ora lei lo piantava? Sì, lo piantava. E nel modo peggiore.
Marco vide Giulia uscire di casa mano nella mano con un tipo. Ecco qui. Ecco il motivo di tanta incertezza.
Marco si avvicinò e lanciò il mazzo di rose addosso a Giulia: "Stronza!".
Il pugno del tipo a fianco a lei arrivò inaspettato. La caduta gli procurò la cicatrice visibile ancora allora.
Non ne era valsa la pena. Non per una come Giulia.

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