venerdì 5 luglio 2013

Il viaggio- riscrittura

Era arrivata in quella città un giorno di fine maggio. Da tanto tempo sognava di farlo, eppure ora tutto era diverso. Succede spesso: le cose che si immaginano sono sempre più belle di quelle che poi si vivono. Era tutto diverso da come se l'era prefigurato nella sua mente infinite volte, in infiniti giorni in cui quella sembrava essere l'unica cosa per la quale valeva ancora la pena resistere. Il volo era stato buono, l'atterraggio soft. Ma all'aeroporto non c'era nessuno ad attenderla. Nessuno a farle un'accoglienza particolare. E, sola, aveva aspettato fino a tarda sera. Erano andati in un ristorante nella zona del porto, come non avevano mai avuto la possibilità di fare prima. Ma ora era tutto diverso. Durante la cena, lui l'aveva guardata come faceva un tempo. Ma nulla era più come un tempo. La serata era volata via veloce, troppo veloce. E la notte si era portata via tutto. L'indomani, di nuovo sola all'aeroporto. Nessuno l'aveva accompagnata. E a lei, di quella città dove aveva sperato di vivere momenti indimenticabili, restava solo una cosa: un'indimenticabile solitudine. Tutto sommato, non si pentiva. Aveva avuto il fegato per fare ciò che lui non aveva fatto.


Racconto riscritto per eliminazione involontaria.

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